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Nuova soggettività. L'architettura tra comunicazione e informazione

di Antonino Saggio

"In questo scritto intendiamo porci una domanda: 'Quali sono gli auspicabili sviluppi dell'architettura nei prossimi anni?'"
Così esordisce l'articolo, aprendo una riflessione che va ben oltre la mera questione tecnica o stilistica. Il tema centrale è la rivoluzione digitale e il suo impatto sull'architettura contemporanea e futura. L’autore evidenzia come l'informatica non sia solo uno strumento al servizio del progetto, ma una vera e propria forza trasformativa, paragonabile alla rivoluzione industriale che ha ridefinito l'architettura del Movimento Moderno.
La scomparsa della "cattedrale" come simbolo nell'architettura modernista viene riletta come il punto di rottura con una tradizione legata al significato e alla narrazione. Tuttavia, la crisi della produzione industriale degli anni '70 e '80 ha segnato il ritorno della dimensione simbolica e narrativa nell'architettura, culminando in opere come il Museo Guggenheim di Bilbao, simbolo di una nuova cattedrale culturale. Questo cambiamento, secondo l'autore, è strettamente connesso con la rivoluzione informatica, che trasforma ogni oggetto, architettura compresa, in una merce carica di informazione, immagine e narrazione.
L'articolo offre una riflessione profonda sul "come" dell'architettura contemporanea. Il paragone con il Bauhaus e le sue innovazioni, come l'uso della trasparenza, diventa il pretesto per ragionare su come oggi l’informazione possa diventare l'essenza stessa dell'architettura, passando attraverso concetti come interattività e ibridazione tra reale e virtuale. La sfida per il futuro è capire come queste nuove tecnologie possano generare un'architettura dinamica, in continua trasformazione, capace di rispondere ai bisogni e ai desideri della società contemporanea.

In definitiva, l'articolo invita a immaginare un’architettura che non si limiti a essere un contenitore statico, ma che sia profondamente interconnessa e in grado di mutare e rispondere in tempo reale agli stimoli e alle esigenze del mondo circostante. Si tratta di un passaggio da una "Nuova Oggettività" a una "Nuova Soggettività", dove l'architettura diventa espressione della libertà e della vitalità dell’individuo, ben oltre la razionalità e la funzionalità che avevano caratterizzato il Modernismo.

Informatica e Architettura: Gli ITA da Francoforte a Firenze

di Antonino Saggio

"Gli architetti d'avanguardia stanno cercando di concepire una generazione di edifici e di spazi che hanno coscienza del cambiamento che l'informatica conduce e che siano capaci di esprimere questa rivoluzione."
L'articolo riflette sull'impatto trasformativo che la rivoluzione digitale sta avendo sull'architettura contemporanea, tracciando un parallelo suggestivo con la svolta rinascimentale. Così come Leon Battista Alberti e Masaccio introdussero una nuova visione spaziale basata su principi geometrici e prospettici, oggi l'informatica sta riorganizzando i concetti di spazio e costruzione. L'architettura digitale non solo impiega strumenti avanzati per ideare forme complesse, ma permette anche la creazione di edifici flessibili, multifunzionali e interattivi, capaci di adattarsi ai bisogni degli utenti in tempo reale.

I "Nati con il computer" sono i protagonisti di questa nuova era. Questi architetti (e noi futuri architetti), spesso con background in computer science e architettura, stanno ridefinendo il modo in cui pensiamo e realizziamo edifici. Non si limitano a disegnare con strumenti digitali, ma integrano l'informatica nei processi progettuali, come dimostrano gli studi di Gehry, Foster e Arup, che usano algoritmi complessi per modellare forme fluide e superfici non lineari. Il risultato sono opere come il Terminal di Yokohama, che sarebbe stato impensabile senza l'uso del computer per gestire le variabili architettoniche e funzionali.
In parallelo, l'articolo segnala come l'informatica abbia aperto nuove frontiere per la personalizzazione dell'architettura. Mentre il movimento moderno puntava sulla standardizzazione e sulla produzione in serie, oggi i progettisti lavorano per adattare gli edifici alle specifiche esigenze dei luoghi e delle persone. Questo si riflette nella concezione di spazi urbani non più organizzati in zone monofunzionali, ma in ambienti fluidi, che integrano diversi usi e funzioni.
L'informatica, secondo l'autore, non è solo uno strumento, ma un vero e proprio linguaggio estetico e funzionale. Non solo permette la realizzazione di forme innovative e di processi costruttivi più efficienti, come nel caso delle tecniche a controllo numerico utilizzate dallo studio Jakob & Mac Farlane, ma diventa essa stessa una componente dell'architettura, dalla gestione dei sistemi informativi fino alla creazione di ambienti reattivi e interattivi come il "Lounge" progettato da Gianni Ranaulo.
Infine, l'articolo suggerisce che siamo solo agli inizi di questa nuova era digitale in architettura. La mostra di Francoforte, così come l'Expo 2002 di Neuchatel, sono stati segnali di come l'informatica non stia solo modificando gli strumenti e i processi, ma l'essenza stessa dell'architettura. Le nuove tecnologie stanno ridefinendo i limiti del possibile, aprendo la strada a un futuro in cui l'architettura sarà sempre più dinamica, personalizzata e interattiva, rispondendo ai cambiamenti culturali e tecnologici del nostro tempo.

Io e Internet. Breve storia della rete, da Arpanet ai nostri giorni

di Antonino Saggio

Internet è una sfida per la comprensione delle sue potenzialità, una sfida che dobbiamo accogliere con creatività. E lottare per la sua sostanza di progresso e libertà.”
Questa affermazione riassume perfettamente il messaggio centrale dell’articolo, che esplora l’evoluzione e l’impatto di Internet nel corso degli anni, a partire da Arpanet fino all’era contemporanea. L’autore offre una panoramica affascinante e personale sulla storia delle tecnologie digitali, sottolineando come queste abbiano trasformato la comunicazione, l’informazione e la didattica.
L’articolo è un viaggio attraverso l’innovazione, evidenziando momenti chiave come l'invenzione del World Wide Web da parte di Tim Berners-Lee e il successivo sviluppo di strumenti come Google e i blog. Queste innovazioni non solo hanno reso la conoscenza più accessibile, ma hanno anche democratizzato la creazione e la condivisione delle informazioni. Il racconto dell’autore sulla creazione del suo sito web e sull’adozione di tecnologie come i podcast e gli open data riflette un approccio proattivo all'uso di Internet, evidenziando l'importanza di non essere semplici consumatori, ma attivi "trasmettitori di informazioni".
Un aspetto interessante è la riflessione sui pericoli e le sfide dell’era digitale, come l’ascolto costante da parte dei dispositivi intelligenti e la potenziale violazione della privacy. La visione dell'autore su Google come una sorta di "dio" dell'informazione mette in luce le implicazioni etiche di una tecnologia così pervasiva.

Infine, l’invito a sfruttare le potenzialità di Internet con creatività e responsabilità è cruciale. La tecnologia deve essere vista non solo come uno strumento, ma come un'opportunità per innovare e migliorare le nostre vite e la società nel suo complesso. Con il continuo sviluppo del Web 3.0 e delle sue caratteristiche, la sfida rimane quella di navigare in questo nuovo mondo con consapevolezza e intento critico, per garantire che la libertà e il progresso siano sempre al centro di questa evoluzione.

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